Domani è il 15 ottobre, giornata internazionale della consapevolezza sul lutto perinatale.
Sono parole grandi, talmente grandi che stonano pensate vicino a un bambino così piccolo.
Sui giornali escono comunicati stampa, quest’anno fortunatamente più numerosi di anni passati, in cui i bimbi sono chiamati “non-nati”, “angeli”, “meteore” e con tanti altri nomi più o meno fantasiosi, più o meno azzeccati, a volte carini, teneri, altre volte incapaci di descrivere un bambino.
Quello che c’era e che adesso non è più, è semplicemente, teneramente, un bambino; una creatura frettolosa che adesso manca in modo devastante e imperativo alle braccia che dovevano stringerlo, lavarlo, accarezzarlo.
Mi preme, di questa consapevolezza, la restituzione totale del diritto di essere genitori a quelle mamme e papà che legano farfalle al filo di un palloncino per affidarle al vento, perché siano più vicine a loro.
Questi bambini ci insegnano che l’amore non può essere sconfitto, insegnano a tutti gli operatori che si avvicinano ai loro genitori che il loro passaggio non può essere dimenticato, che deve essere trattato con il rispetto di una nascita, con la delicatezza che si rivolge ad un neonato, con la cura di chi sostiene qualcuno che subito la perdita più grande che poteva avere.
Domani è la giornata della consapevolezza, mi piacerebbe pensare che domani sia una giornata di consapevolezza; una di tante altre.
Mi piacerebbe pensare che il dolore che portano questi genitori orfani di abbracci, baci, latte e coccole, orfani di pannolini, di notti insonni, di stanchezza incredibili; possa essere accolto con la dignità che merita.
Domani è il 15 ottobre, e nel cielo voleranno farfalle e palloncini, e vicino ai palloncini biglietti che recano la scritta: “Questo palloncino è stato fatto volare in ricordo di… ci piacerebbe sapere dove è arrivato. Per favore scatta una foto e pubblicala sulla pagina babyloss.info“; perché i bambini si accompagnano, sempre.
Grazie Lapo
Grazie a tutti i genitori che mi permettono di non essere cieca.
