Valutazioni e omologazione

Le valutazioni che portano a regolare il ciclo della nostra vita, a partire delle esperienze scolastiche per arrivare a quelle lavorative, sportive, personali, segnano in modo pesante le nostre scelte ed in qualche modo affliggono i talenti che naturalmente possediamo.

Seppure si possa concordare che ci siano standard necessari da adottare per rispondere a richieste specifiche, è pur vero che la mortificazione delle spinte naturali non possa che ingrigirci e portarci ad una performance priva di animo.


È ormai noto che un buon clima relazionale migliori le prestazioni.
Lavorare in un ambiente in cui si è riconosciuti in modo pieno e non solo per il puro rendimento porta a migliorarlo e abbassa l’abbandono del compito prefissato.

Pepe Scholl Land

Pepe Scholl Land è un corto diretto da Daniel Martínez Lara & Rafa Cano Méndez che descrive molto bene il processo di appiattimento che ci viene richiesto troppo spesso in ambiti lavorativi e scolastici.
Il bimbo colorato, arancione, solare è chiamato ad entrare nel mondo della scuola; un mondo grigio dove addirittura tutti i libri hanno lo stesso nome e pesano tanto. Nonostante sia atterrato dallo stesso zaino, preparato dal papà, il piccolo sorride e si rialza, barcollante e sorridente, verso un mondo che non conosce.

Anche il padre riconosce il peso della sua borsa di lavoro, lo sbilancia un poco, ma subito si ricompone e si avvia, dritto, verso la sua giornata.

Il mondo monocromo presenta una punta di colore, un albero arancione, come il cucciolo d’uomo, in mezzo ad una verde aiuola; solamente questo spazio potrebbe accogliere il violinista. Il bimbo si perde in quel suono che fa oscillare il suo corpo ma gli viene presentato il dovere, la sua borsa e condotto a scuola si siede comunque curioso e sorridente al banco assegnato.

Non appena solo, il papà si avvia al lavoro e spegne il sorriso sul suo volto mentre passa il tempo a smaltire le pratiche impilate sulla scrivania; prova a prendere una penna anziché usare la macchina da  scrivere, come fanno tutti, ma il suo sguardo cade sulla fila di grigi colleghi, che fanno ticchettare tasti all’unisono, e si adegua.

A scuola il tempo scorre, tra l’entusiasmo di un disegno e un modo speciale di vedere le lettere dell’alfabeto, mortificato dalla richiesta di ripetizioni pedisseque e monocrome di A e B smorte e senza vita.

La giornata del babbo passa ed egli, ingobbito e spento,  non attende altro che le lancette segnino l’ora del ricongiungimento con il suo piccolo entusiasta.
Finalmente torna il colore in quell’abbraccio ma, quando il bimbo mostra sorridente il disegno del suonatore di violino, che aveva riempito il foglio delle lettere, il papà non sorride e lo guarda contrariato. Pepe è perplesso.

Il secondo giorno ripete il primo: l’entusiasmo del risveglio, dell’incontro con il suonatore di violino e si spegne nell’iter monotono della giornata.

L’umore cambia e l’abbraccio che si scambiano padre e figlio fatica e rendere il colore acceso che normalmente forniva. E i giorni sui giorni portano a lettere precise, a file di studenti e uomini simili ma tristi e privi di tono.

Papà capisce e porta il bimbo a cercare il violinista che però quel giorno non è lì con il suo strumento in mezzo all’aiuola colorata.

Non si può far nulla, bisogna tornare a scuola e al lavoro…

Ma perché? Si può fare.

Si può suonare con il cuore e con l’anima e riconquistare i colori perduti.
Babbo suona uno strumento  immaginario la musica che arriva al cuore del figlio.

Si può fare la differenza
Si può essere la differenza

We don’t need no education
We don’t need no thought control
No dark sarcasm in the classroom
Teachers leave the kids alone
Hey teacher leave us kids alone
All in all it’s just another brick in the wall
All in all you’re just another brick in the wall
Another Brick In The Wall – Pink Floyd

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