1 gennaio 2019

È particolare come si abbia bisogno di finire qualcosa, anche ritualmente, per pensarsi progettanti.

Il capodanno simboleggia questa ciclicità che necessitiamo di sottolineare, anche solo con un brindisi o una frase augurale.

Scorrendo le pagine dei social, vedo compendi di 2018 auguri di 2019 che sottendono progetti, promesse, propositi. 

Pro… a favore…

Esiste questa necessità di mettere un punto, di chiudere una porta, di fare un check delle risorse in essere; un po’ a dirsi: “eccomi, sono qui, sono a questo punto”.

Mi chiedo quale sia l’impedimento a farlo più spesso; la ricerca di sé è così troppo spesso ardua anche quando questa sia solo osservazione, lontana ancora dall’attivarsi in un cambiamento.

Le oche selvatiche di Konrad Lorenz gli dissero fino alla fine: “io sono qui, tu dove sei?”; con quella saggezza tutta animale che implica una posizione assoluta ed ostinata ma sicura.

Forse è questo ciò di cui necessitiamo maggiormente, la sicurezza della nostra posizione che ci consentirebbe di muovere passi più certi.

La conoscenza di dove siamo pare sia uno degli obiettivi più duri e finiamo per prediligere forme progettuali, destinate a fallire perché fondate su insicure basi.

In ogni ambito, professionale e personale, tendiamo a riempire il vuoto del “qui e ora” con un “là e domani”, esploratori insicuri ma protervi, colmi della sicumera altezzosa di chi spiega al mondo dove andare ma non sa bene dove sta.

Il proposito e l’augurio è legato alla sosta, alla ricerca di un’oasi dentro di noi verso la quale voltarsi e tornare quando ci sentiamo travolti da questa vita acre e pungente, cieca all’oggi ma piena di “se potessi”.

Il proposito e l’augurio è legato alla sosta, alla ricerca di un’oasi dentro di noi verso la quale voltarsi tornare quando ci sentiamo travolti da questa vita acre e pungente, cieca all’oggi ma piena di “se potessi”.

Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.

Dalai Lama

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